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Bisogna essere pazzi per la felicità del vivere?

Da un corto di Pasolini una riflessione sulla voglia e il bisogno di far vincere la vita

C' è un motivo, se in una delle poesie di Pier Paolo Pasolini, non a caso "Il giorno della mia morte", viene ripresa testualmente una frase del Vangelo di S.Giovanni che recita "…se il chicco di grano, caduto in terra, non morirà, rimarrà solo, ma se morirà darà molto frutto”. Si parla della vita. Dunque si crea un ossimoro, che sembra contrastare col titolo della lirica.

E così è sembrato anche al pubblico dello spettacolo "Pazzi della quieta felicità di vivere ancora", di scena presso il castello di Malgrate di Villafranca in Lunigiana, già strutturalmente uno scenario ideale per questa rappresentazione, pensato, anzi, appositamente per questo sito. Ma in realtà, nessun controsenso nel messaggio che lo spettacolo ha voluto lasciare nell'animo dei presenti, anzi, la voglia e il bisogno condiviso di far vincere sempre, e ancora, e con felicità... la vita.

Una storia, o per meglio dire una favola, nata dalla reinterpretazione del cortometraggio "La terra vista dalla Luna", frutto di una storica collaborazione tra Pasolini e Totò. Un riferimento alla luna, nel titolo del cortometraggio che ha ispirato questa rappresentazione, che sembra un gioco di parole, nell'ambito di Lunatica Festival, che per primo ha ospitato questa pièce, ma che in realtà mantiene il suo significato simbolico nella reinterpretazione pensata per la scena.

Gli attori hanno infatti voluto portare lo spettatore proprio lì, sulla luna, quella stessa luna cantata dai poeti romantici e rappresentata dai pittori ancora nel 1900, che è poi quella stessa luna su cui si era nascosto il senno di Orlando nel racconto di Ariosto, che ha reso così il suo personaggio pazzo.Ed ecco, secoli dopo, che il binomio luna-pazzia torna protagonista, o forse non ha mai smesso di esserlo.

La pazzia, quella che permette all'uomo di continuare a credere che continuare a vivere, nonostante tutto, non sia una cosa poi così sbagliata, e chissà, neanche così folle, e che anzi, sia l'unica possibilità per essere ancora felici. Nonostante tutto.

Ideale la location, che ha permesso agli attori di accompagnare il pubblico attraverso vari spazi della struttura, quasi fossero, ciascuno, il luogo in cui incontrare personaggi e dunque idee, ispirazioni, pensieri. Semplice quanto siginficativo il commento di Toni garbini , che ci ha dedicato qualche minuto al termine della performance: "Siamo soddisfattissimi della riuscita di questa serata - ha detto - perchè questa location è meravigliosa e perchè c'era la luna! La luna è la costante di tutto questo, è partito tutto dalla luna, che stasera ci ha aiutato con la sua presenza fisica e ideale a tenere il pubblico attento e partecipe per tutta la durata della rappresentazione".

Una performance che ha celebrato in grande stile il quarantesimo anniversario della morte del grande poeta; un successo artistico per il drammaturgo Toni Garbini, ma anche per Lunatica Festival, che ha coprodotto questo spettacolo insieme a Teatroocra  e Theatrum Chemicum.


Proprietà dell'articolo
creato:giovedì 23 luglio 2015
modificato:giovedì 23 luglio 2015